Gli ultimi dati presentati al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione organizzato a Roma dalla Coldiretti indicano che la filiera del cibo "Made in Italy" ha superato i 600 miliardi di euro. Nonostante le difficoltà legate alla guerra e le conseguenze della pandemia, l'agroalimentare italiano ha registrato una crescita significativa. Questo settore coinvolge 4 milioni di lavoratori distribuiti in 740 mila aziende agricole, 70 mila industrie alimentari, oltre 330 mila realtà della ristorazione e 230 mila punti vendita al dettaglio.
Tuttavia, la crisi e la guerra hanno influenzato le abitudini alimentari degli italiani. Un italiano su tre affronta la spesa quotidiana adottando strategie che vanno dalla riduzione degli sprechi all'adozione di pratiche più oculate, come la preferenza per i prodotti italiani. La fiammata dell'inflazione legata alla guerra in Ucraina ha spinto gli italiani a adottare contromisure per preservare la qualità e la quantità del cibo in tavola.
Le strategie adottate includono il ricorso a sconti e promozioni, che occupa la prima posizione nella lista delle tattiche salva-carrello, e il taglio degli sprechi, che si piazza al secondo posto. Inoltre, il 76,9% degli italiani prepara regolarmente una lista della spesa, pianificando cosa comprare per gestire meglio gli acquisti e mantenere sotto controllo i budget familiari.
La Coldiretti ha evidenziato alcuni primati del settore agroalimentare italiano, come la leadership europea nel biologico con 80 mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (325), 526 vini Dop/Igp, e il primato dell'UE nella produzione di riso, molte verdure e frutta. Nel periodo gennaio-agosto, le esportazioni agroalimentari italiane sono cresciute dell'8%, con aumenti significativi in Francia (+14%), Germania (+11%) e Gran Bretagna (+11%), mentre gli Stati Uniti hanno registrato un calo del 3% per la prima volta.
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