L'ex port del cibo Made in Italy ha raggiunto un record, registrando un aumento dell'8% nei primi otto mesi del 2023, con un valore di 36,2 miliardi di euro. Nonostante le tensioni internazionali sugli scambi mondiali, questo risultato è stato analizzato dalla Coldiretti basandosi sui dati Istat sul commercio estero. Si prevede che la crescita delle esportazioni porterà a superare i 60,7 miliardi dell'anno precedente entro la fine del 2023, raggiungendo così il massimo storico.
Fra i principali paesi acquirenti, si nota un aumento significativo delle esportazioni alimentari in Francia (+13,5%) e Germania (+11,3%), quest'ultima rimanendo il principale mercato di sbocco. Anche la Gran Bretagna registra una crescita positiva (+11,2%), mentre negli Stati Uniti c'è un calo del 2,5%, preoccupante dato che rappresentano il principale mercato al di fuori dell'Unione Europea.
I prodotti trainanti dell'export italiano includono il vino, nonostante una leggera frenata, seguito da frutta e verdura fresca, pasta, formaggi, olio d'oliva e salumi. In occasione della VIII edizione della Settimana della Cucina italiana nel mondo, è stata fondata l'Accademia della cultura enogastronomica italiana, una collaborazione tra Coldiretti, Filiera Italia, Campagna Amica e il ministero degli Affari esteri. L'Accademia mira a promuovere la conoscenza e la valorizzazione del vero made in Italy alimentare a livello internazionale, coinvolgendo professionisti del settore alimentare, reti di rappresentanza, istituzioni accademiche e operatori economici.
Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha sottolineato l'importanza di promuovere la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell'Unesco. Ha anche evidenziato la proliferazione di falsi prodotti alimentari italiani nel mondo, affermando che l'agropirateria internazionale contro l'Italia ha raggiunto i 120 miliardi di euro. Prandini ha sottolineato la necessità di affrontare i ritardi infrastrutturali in Italia per sostenere ulteriormente la crescita del settore enogastronomico, proponendo l'obiettivo ambizioso di portare il valore annuale dell'export agroalimentare a 100 miliardi entro il 2030.
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